Ho trovato il sas de San Belin, per caso. Infatti, un giorno parlando con i nostri amici che abitano a Polazzo ( vicino a Redipuglia in provincia di Gorizia) ci hanno detto che nelle vicinanze c’è un sentiero molto facile per bambini di circa 30 minuti.
Così noi tre ( io , mio marito e mio figlio) ci siamo incuriositi e siamo partiti alla scoperta di questo bel sasso.
Come arrivare al Sas de San Belin?
Dovete recarvi a Polazzo, in via degli ulivi 52, da qui parte una stradina, dopo pochi passi troverete l’indicazione per andare al sasso.
Seguite il sentiero nel bosco, poi prendete quello con il nome Cianela.
Quest’ ultimo prende il nome dal signore Luciano Visintin, detto appunto Cianela, che ha riportato alla luce la strada per arrivare al sas de San San Belin che per molti anni era stata abbandonata.
Ci sono volute moltissime ore di lavoro e sacrifici che hanno dato i lori frutti. Infatti, oggi il sentiero è tenuto benissimo, ci sono dei muretti a secco fatti tutti con la pietra bianca del Carso.
Sempre dallo stesso autore è stato creato anche un anfiteatro dove si possono svolgere dei concerti durante l’estate.
Insomma, un lavoro veramente eccezionale!
Origini del Sas de San Belin
Prima di scrivere un articolo sul mio blog cerco sempre infomazioni utili. Così anche in questo caso ho trovato sulla rete notizie sul sas de San Belin.
Devo dire che le ricerche mi hanno fatto conoscere una realtà oscura di questo posto.
Ma cominciamo dalle origini, durante l’epoca dei castellieri, nella zona erano presenti degli sciamani che adoravano il disco solare. Successivamente, quando sono arrivati i celti hanno trasformato il sito in un altare per il dio Beleno, da qui il nome San Belin.
Ecco spiegato anche perchè il sasso ha una forma di testa umana!
Se non lo sapete, Beleno era il dio della luce, della rinascita, quindi qualcosa di molto positivo a mio parere. Però leggendo altre informazioni scopro che ci sono delle leggende sul sas de San Belin che mettono molta paura, dove si parla di streghe e di diavoli.
Infatti,famosa è quella raccontata dallo storico Sergio Vittori dove i protagonisti sono Giuseppe e Marietta, nomi di fantasia.
Se ti ho incuriosito puoi leggere di più cliccando qui
In questa leggenda si descrive il luogo come qualcosa di mistico e di pauroso, ma a mio parere il posto è molto tranquillo e non da nessuna sensazione di ansia, anzi stare a contatto con la natura è molto rilassante e il panorama merita una foto!
Lascio a voi la scelta di credere o no alle leggende.
Qui sotto potete vedere le foto che ho scattato giudicate voi se è un posto che fa paura!
Voi ci siete mai stati? Se avete piacere mi potete scrivere!